Nel
Febbraio del 18** una strana superstizione iniziò a circolare per
l'Europa continentale: si trattava, alcuni lettori lo ricorderanno,
del così detto "Uomo con la Doppia Testa" o, per i
detrattori, l' "Uomo con Troppa Testa". Questo misterioso
essere fu avvistato la prima volta da una signora di Avignone, che lo
vide appoggiato a un albero sotto un cartello. L'uomo sembrava avere,
disse la signora, "un'altra testa sopra la testa, ma non la
faccia, solo la parte sopra della testa, quella in cui ci vanno i
capelli". L'uomo riapparve alcuni giorni dopo in una piazza di
Parigi. Si formò immediatamente un capannello di curiosi. L'uomo
venne descritto come un individuo normale, ma, secondo le parole di
un testimone, "portava al di sopra della testa come una sorta di
enorme carosello tagliato a metà" – si intende qui l'ecotipo
di carosello tondeggiante e simile a un pomodoro – "anche se
ora che ci penso anche la sua testa sembrava un po' un carosello, ma
di quell'altro tipo" – lo spettatore allude all'ecotipo di
carosello allungato detto 'falliforme' – "per cui l'insieme
era strano ma armonico". L'individuo si era svincolato dal
gruppo di curiosi ed era scomparso in una viuzza. Alcuni studiosi
supposero che l'uomo avesse per una malformazione il cervello al di
sopra del cranio. Poiché l'uomo era stato descritto molto magro e
dall'apparenza quasi fragile, che sembrava combattere il vento come
un fuscello, si escluse la possibilità di un nuovo soldato
automatico Prussiano volto al macello dei Francesi. Nell'appello dei
giornali scientifici alla calma e alla ragione molti intellettuali,
professionisti o dilettanti, iniziarono a speculare sul soggetto:
alcuni lo ritenevano lo scherzo di un monello, altri un assurdo
gioiello posto in cima a un'elaborata capigliatura 'ancient régime',
altri, e quello per un po' parve il modo più sensato di risolvere la
questione, ritennero che tutti i testimoni oculari avessero mentito,
questo per farsi bello, quello per non essere diverso dagli altri,
qualcuno per sentire il campanello della gloria o per provare un
piacere sadico nell'appello stesso della stampa scientifica che
quelle dichiarazioni avevano suscitato. Tuttavia mentre questa
spiegazione si abbassava come un martello a spianare il problema,
trenta nuovi avvistamenti resero gli autori dell'articolo lo zimbello
della società: in dieci punti della Francia e della Germania
svariati testimoni videro un uomo con un fagottello e un'aria
straniera aggirarsi con una seconda specie di testa sopra la testa. I
testimoni ripetevano lo stesso indovinello: "Non il viso, ma la
parte di sopra, quella che quando piove ti si bagna per prima".
Venni
chiamato ad investigare con una squadra di ricercatori. "Dovete
battere ogni strada, stradina e ponticello" mi ripetevano in
ritornello. "E nello stesso istante in cui vedete un uomo con
troppa testa, lo dovete arrestare, a ogni costo". Con me erano
il Colonnello Headlin e il prof. Lure, inventore del fornello.
Eravamo un drappello di intrepidi, mi sentivo vicino a ognuno di loro
come a un fratello gemello. "Cercheremo in ogni bettola, locale,
spogliarello, nella tana di ogni pipistrello, nel peggiore tugurio,
guarderemo nel fardello di ogni pellegrino, esamineremo l'anello di
ogni signora, guarderemo ogni brandello di proletario, fermeremo ogni
carro, cavallo o cammello, interrogheremo ogni frate, padre, fratello
o confratello, guarderemo nello stesso pozzo del mondo e nel manico
di ogni ombrello -"
"Sì
signore!" gridammo per fermarlo e iniziammo la caccia. Il nostro
manipolo era snello ma la missione difficile. Seguimmo gli
avvistamenti: un morello ci rimandò a un contadinello che ci mandò
dal proprietario di un uccello che aveva visto l'uomo parlare con un
ragazzo che accudiva un vitello, il quale ragazzo, corrotto con del
caramello, ci mandò avanti di un altro livello indicandoci un
falegname con un unico lungo capello a cui lui in persona aveva
indirizzato il misterioso individuo perché questi cercava uno
sgabello. Raggiungemmo il falegname rapidi come un flagello,
prendendo ogni traccia al rastrello. Il falegname disse che
l'individuo aveva appena saldato il conto e ci indicò una strada. In
fondo vedemmo un individuo allontanarsi in mantello, un fiore
all'occhiello, leggero come un granelo di sabbia e sopra la testa,
una specie di seconda testa poggiata di lato. Afferrammo corda e
manganello e seguimmo contro quell'uomo alto e smilzo come un
pennello. Giunto a un oscuro castello con una torre alta e stretta
che sembrava un coltello, il nostro novello mostro cominciò ad
aprire il portone quando ci scoprimmo e lo arrestammo. Non voleva
cedere e si ingaggiò in un breve duello che finì quando Headlin lo
colpì sulla faccia con uno sportello di legno. Allora avenne una
cosa straordinaria: la sua mostruosa escrescenza cranica saltò via
dalla testa e rotolò per qualche metro in un tentativo di fuga, per
poi fermarsi in una pozzanghera a scolorirsi come un acquarello. Ora
l'uomo aveva messo un'aria innocente d'agnello. Lo caricammo sulla
carrozza e portammo anche l'orrenda cosa. Mentre traversavamo il
fiumicello del bosco Headlin, giocherellando con un ramoscello, non
seppe resistere ed iniziò a interrogare quello strano soggetto, che
pareva disegnato a pastello.
"Cos'è
questa storia?" chiese. "Parla pivello".
"Quale
storia?".
"Questa
specie di escrescenza verde pisello".
"Non
è un 'escrescenza".
"Un
sovra-testa!".
"Fuocherello".
Ormai
eravamo al cancello del più vicino palazzo di giustizia, proprio a
fianco del bordello, in cima a un monticello piuttosto bello. Il
venticello muoveva le tende della carrozza.
"Si
tratta di un modello" disse l'uomo, "di quello che sarà il
più diffuso oggetto del futuro. Ero stufo, a litigare col vicino, di
essere colpito col randello; quando piove, di aprire l'ombrello; di
avere tutti i capelli all'aria quando andavo sul battello. Per questo
ho inventato - ".
"Cosa?".
"L'iper-calotta
sovracranica" disse l'uomo.
Fine.