lunedì 19 maggio 2014

L'UOMO CON TROPPA TESTA

Nel Febbraio del 18** una strana superstizione iniziò a circolare per l'Europa continentale: si trattava, alcuni lettori lo ricorderanno, del così detto "Uomo con la Doppia Testa" o, per i detrattori, l' "Uomo con Troppa Testa". Questo misterioso essere fu avvistato la prima volta da una signora di Avignone, che lo vide appoggiato a un albero sotto un cartello. L'uomo sembrava avere, disse la signora, "un'altra testa sopra la testa, ma non la faccia, solo la parte sopra della testa, quella in cui ci vanno i capelli". L'uomo riapparve alcuni giorni dopo in una piazza di Parigi. Si formò immediatamente un capannello di curiosi. L'uomo venne descritto come un individuo normale, ma, secondo le parole di un testimone, "portava al di sopra della testa come una sorta di enorme carosello tagliato a metà" – si intende qui l'ecotipo di carosello tondeggiante e simile a un pomodoro – "anche se ora che ci penso anche la sua testa sembrava un po' un carosello, ma di quell'altro tipo" – lo spettatore allude all'ecotipo di carosello allungato detto 'falliforme' – "per cui l'insieme era strano ma armonico". L'individuo si era svincolato dal gruppo di curiosi ed era scomparso in una viuzza. Alcuni studiosi supposero che l'uomo avesse per una malformazione il cervello al di sopra del cranio. Poiché l'uomo era stato descritto molto magro e dall'apparenza quasi fragile, che sembrava combattere il vento come un fuscello, si escluse la possibilità di un nuovo soldato automatico Prussiano volto al macello dei Francesi. Nell'appello dei giornali scientifici alla calma e alla ragione molti intellettuali, professionisti o dilettanti, iniziarono a speculare sul soggetto: alcuni lo ritenevano lo scherzo di un monello, altri un assurdo gioiello posto in cima a un'elaborata capigliatura 'ancient régime', altri, e quello per un po' parve il modo più sensato di risolvere la questione, ritennero che tutti i testimoni oculari avessero mentito, questo per farsi bello, quello per non essere diverso dagli altri, qualcuno per sentire il campanello della gloria o per provare un piacere sadico nell'appello stesso della stampa scientifica che quelle dichiarazioni avevano suscitato. Tuttavia mentre questa spiegazione si abbassava come un martello a spianare il problema, trenta nuovi avvistamenti resero gli autori dell'articolo lo zimbello della società: in dieci punti della Francia e della Germania svariati testimoni videro un uomo con un fagottello e un'aria straniera aggirarsi con una seconda specie di testa sopra la testa. I testimoni ripetevano lo stesso indovinello: "Non il viso, ma la parte di sopra, quella che quando piove ti si bagna per prima".
Venni chiamato ad investigare con una squadra di ricercatori. "Dovete battere ogni strada, stradina e ponticello" mi ripetevano in ritornello. "E nello stesso istante in cui vedete un uomo con troppa testa, lo dovete arrestare, a ogni costo". Con me erano il Colonnello Headlin e il prof. Lure, inventore del fornello. Eravamo un drappello di intrepidi, mi sentivo vicino a ognuno di loro come a un fratello gemello. "Cercheremo in ogni bettola, locale, spogliarello, nella tana di ogni pipistrello, nel peggiore tugurio, guarderemo nel fardello di ogni pellegrino, esamineremo l'anello di ogni signora, guarderemo ogni brandello di proletario, fermeremo ogni carro, cavallo o cammello, interrogheremo ogni frate, padre, fratello o confratello, guarderemo nello stesso pozzo del mondo e nel manico di ogni ombrello -"
"Sì signore!" gridammo per fermarlo e iniziammo la caccia. Il nostro manipolo era snello ma la missione difficile. Seguimmo gli avvistamenti: un morello ci rimandò a un contadinello che ci mandò dal proprietario di un uccello che aveva visto l'uomo parlare con un ragazzo che accudiva un vitello, il quale ragazzo, corrotto con del caramello, ci mandò avanti di un altro livello indicandoci un falegname con un unico lungo capello a cui lui in persona aveva indirizzato il misterioso individuo perché questi cercava uno sgabello. Raggiungemmo il falegname rapidi come un flagello, prendendo ogni traccia al rastrello. Il falegname disse che l'individuo aveva appena saldato il conto e ci indicò una strada. In fondo vedemmo un individuo allontanarsi in mantello, un fiore all'occhiello, leggero come un granelo di sabbia e sopra la testa, una specie di seconda testa poggiata di lato. Afferrammo corda e manganello e seguimmo contro quell'uomo alto e smilzo come un pennello. Giunto a un oscuro castello con una torre alta e stretta che sembrava un coltello, il nostro novello mostro cominciò ad aprire il portone quando ci scoprimmo e lo arrestammo. Non voleva cedere e si ingaggiò in un breve duello che finì quando Headlin lo colpì sulla faccia con uno sportello di legno. Allora avenne una cosa straordinaria: la sua mostruosa escrescenza cranica saltò via dalla testa e rotolò per qualche metro in un tentativo di fuga, per poi fermarsi in una pozzanghera a scolorirsi come un acquarello. Ora l'uomo aveva messo un'aria innocente d'agnello. Lo caricammo sulla carrozza e portammo anche l'orrenda cosa. Mentre traversavamo il fiumicello del bosco Headlin, giocherellando con un ramoscello, non seppe resistere ed iniziò a interrogare quello strano soggetto, che pareva disegnato a pastello.
"Cos'è questa storia?" chiese. "Parla pivello".
"Quale storia?".
"Questa specie di escrescenza verde pisello".
"Non è un 'escrescenza".
"Un sovra-testa!".
"Fuocherello".
Ormai eravamo al cancello del più vicino palazzo di giustizia, proprio a fianco del bordello, in cima a un monticello piuttosto bello. Il venticello muoveva le tende della carrozza.
"Si tratta di un modello" disse l'uomo, "di quello che sarà il più diffuso oggetto del futuro. Ero stufo, a litigare col vicino, di essere colpito col randello; quando piove, di aprire l'ombrello; di avere tutti i capelli all'aria quando andavo sul battello. Per questo ho inventato - ".
"Cosa?".
"L'iper-calotta sovracranica" disse l'uomo.

Fine.



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